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I determinanti di salute
Fonte: Dahlgren & Whitehead (1991)
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Estratto da: Curione Diana, Un nuovo soggetto istituzionale nella programmazione sanitaria e sociale integrata: la società della salute. A cura di Curione Diana e Ilaria Lombardi. Firenze: Regione Toscana, 2009.
2.1. Il concetto di salute
Diana Curione, Ilaria Lombardi
"Secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale della Salute, le condizioni sanitarie della popolazione mondiale sono migliorate più negli ultimi 45 anni che in tutta la precedente storia dell’umanità. Fino a qualche decennio fa le malattie infettive acute erano la maggior causa di morte mentre a oggi rileviamo una notevole caduta di questo tipo di patologia e ci troviamo di fronte alla crescente diffusione di malattia ad andamento cronico degenerativo, come ad esempio malattie cardiovascolari, diabete e tumore (Ministero della Salute, 2008).
Oltre alla difficoltà in cui si è trovata la medicina nel gestire questo cambiamento eziologico, è apparso in maniera sempre più evidente l'importanza di prendere in considerazioni i fattori psicologici-sociali e comportamentali nell'insorgenza, nell'evoluzione e nella gestione delle patologie (Moderato e Rovetto, 2007). Tale cambiamento di analisi del concetto di salute fu inizialmente introdotto dall’OMS (1948) che definì la salute come “uno stato di benessere fisico, psicologico e sociale”. La salute non è più definita in negativo, come assenza di malattia, essa è uno stato positivo, in cui s’integrano unitariamente funzioni diverse, orientate a uno stato di benessere. Analizzando le varie componenti in una visione che rispetti l'unità dell'insieme, ha iniziato ad affermarsi il modello “biopsicosociale” (Engel,1977), come superamento del vecchio modello biomedico. La vera novità di questo modello è da intendersi sia in virtù dell’inserimento della dimensione psicologica che per la visione sistemica che è utilizzata.
La traduzione di queste dichiarazioni di principio in strategie operative costituisce un processo complesso e difficile, soprattutto quando l'attuazione di questi elementi chiede un cambiamento nel nostro modo di pensare (Martini e Conforti, 2007). Non basta quindi curare ma anche prevenire, informare, sensibilizzare, promuovere comportamenti sani, orientati al benessere e alla qualità della vita ed è per questo che per dare un impulso significativo da parte dei governi è stata elaborata nel 1986, la Carta di Ottawa che, ancora oggi costituisce un importante documento di riferimento per lo sviluppo di politiche orientate alla salute. Tale carta, sottoscritta dagli Stati appartenenti all'OMS, in superamento del concetto di prevenzione della salute, definisce il concetto di promozione di salute come “il processo che consente alle persone di esercitare un maggior controllo sulla propria salute e di migliorarla”, concentrando l'attenzione sull'eguaglianza nella salute cercando di individuare e controllare i fattori che la determinano (vedi immagine sopra inserita)....."
Credo che i determinanti di salute siano molti e diversi. Tra questi ci sono aspetti individuali quali età, patrimonio genetico, genere e legati al comportamento personale-stili di vita (attività fisica, alcol, abuso di sostanza e alimentazione). Le condizioni socio-economiche in questa attuale crisi diventano importanti e quindi essenziale è lo stato occupazionale, il contesto socio-culturale di vita e le condizioni economiche. Non meno importanti sono gli aspetti ambientali di vita: aria, acqua, alimenti, abitazione e l'area di residenza.
A tutto ciò, come un grande cappello, si aggiunge la capacità delle istituzioni di favorire l'accesso ai servizi (scolastici, sanitari, ricreativi e trasporti).
Facendo attenzione a tutti questi fattori e incidendo su questi la nostra comunità potrebbe diventare realmente luogo di BENESSERE.